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Tempra Edizioni, Editoria, Libri, Pubblicazione, Autori Emergenti, Poesia, Saggistica, Narrativa, Shop online, Interviste, Lettori, Catalogo
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INTERVISTA A GIANFRANCO MONESE

2023-08-31 20:07

TEMPRA EDIZIONI

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INTERVISTA A GIANFRANCO MONESE

Gianfranco Monese, scrittore emergente, presenta il suo primo romanzo dal titolo “Assordante come l’amore” per ricondurci negli anni Novanta...

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Gianfranco Monese (Verona, 1985) scrittore emergente vive a Pescantina e lavora come barman nella meravigliosa zona del Lago di Garda. Fruitore musicale a 360° collabora come redattore di Metal Hammer Italia, storica rivista di musica Heavy Metal, on-line.  La sua passione per la musica è stata d’aiuto nel delineare l’intero romanzo “Assordante come l’amore” nonché suo libro d’esordio. Di cosa l’abbia spinto a scrivere quest’opera e di altri aneddoti ne farà testo in questa intervista.

Gianfranco sei il benvenuto nel salotto virtuale di Tempra Edizioni.

 

GIANFRANCOCiao Marianna e grazie infinite per questo spazio: è un onore essere qui con te.

 

A quando risale il tuo approccio alla scrittura creativa?

Dunque, il mio approccio alla scrittura creativa risale a gennaio 2019, anno di nascita di “Assordante come l’amore”. Ho impiegato tutto l’anno per arrivare al punto finale dopodiché, devo dire che il primo lockdown mi ha dato la possibilità di ridefinirlo un po’, ma il 95% di quello che si può leggere al suo interno è stato creato lungo tutto il 2019.

 

Quanto è stata determinante la tua passione per la musica nella stesura del romanzo “Assordante come l’amore”? 

Diciamo che la passione per la musica è andata a braccetto con il mio vissuto; inoltre, credo che la memoria abbia giocato un ruolo fondamentale. Da appassionato ho molti ricordi musicali, per molti giustamente insignificanti e di conseguenza dimenticati, anche perché ai tempi quello era il quotidiano e poteva passare inosservato. Ricorderò sempre, ad esempio, un’animatrice che partecipò ad un grest estivo: è grazie a lei se, nel romanzo, cito Skunk Anansie e Alanis Morissette, in quanto ad ogni gita settimanale che facevamo, in autobus lei faceva occupare dal suo stereo un posto a sedere, e ci faceva ascoltare le audiocassette di questi due gruppi. Non ricordo il suo nome, so solo che aveva dei capelli lunghi ricci, ma quella scena era troppo “anni Novanta”, e non se ne vuole andare dalla mia testa! (ride, ndr.) Oppure ricordo quando, in seconda superiore, a dicembre 2001 in vista del Natale ci eravamo divisi in coppie: ogni coppia si sarebbe fatta un regalo a vicenda. Io e una mia compagna di classe ci eravamo regalati due CD singoli: a me fu regalato ‘Beautiful Day’ degli U2, che ancora gelosamente possiedo. Quando gliel’ho raccontato tempo fa in vista del ventennale, lei non se lo ricordava più. La capisco: il “malato”, in questo caso, sono io. (ride, ndr.) Inoltre, da adolescente metallaro ricordo pomeriggi interi passati nei negozi di dischi: sai, il metallaro è molto legato al prodotto fisico, le stesse band tutt’oggi pubblicano edizioni speciali e/o limitate dei loro nuovi dischi. In più, l’aver suonato per anni in qualche band ha amplificato il tutto. Questi, e tanti altri ricordi, mi sono rimasti dentro, motivo per il quale è stato semplice raccontarli in “Assordante come l’amore”.

 

La narrazione l’hai affidata a diversi personaggi che nei capitoli si alternano e descrivono gli eventi per come li percepiscono. Come mai hai scelto di strutturare il testo in questo modo?

Non è stata una decisione presa fin da subito, ho proceduto passo dopo passo. Sono partito da qualche idea presa dal mio vissuto, che ha incluso una band underground, la passione nell’andare molto spesso in più negozi di dischi, gli anni passati alle scuole superiori e la malattia purtroppo accaduta a mia madre. Quindi, di base i personaggi erano i componenti degli Evi(vie)l, i titolari di Approfondisco e qualche compagna di classe. Da lì ho constatato che, nel far raccontare ogni capitolo da qualcuno di loro, e soprattutto cambiando voce ad ogni nuovo capitolo, la lettura si manteneva scorrevole e dinamica. Poi, man mano che la storia ha preso piede, ho aggiunto dell’altro, ovvero nuovi personaggi, colpi di scena, ecc... Ma, come ho detto all’inizio, è stato uno “step by step”.

 

La storia è ambientata principalmente a Verona e si sviluppa tra il 1999 e il 2000. Quanto è stato difficile ricostruire quel contesto storico, non lontanissimo dai nostri giorni, ma sicuramente molto più distante dall’attuale progresso, dai fenomeni globali e da alcune conquiste sociali?

Per quel che concerne l’aspetto musicale, come detto in precedenza, non è stato difficile. La parte più dura è stata accennare alle difficoltà delle coppie omosessuali di integrarsi nell’ambiente che le circonda. E nonostante siano passati più di vent’anni, ritengo ci sia ancora molta strada da fare, purtroppo. Tuttavia, in “Assordante come l’amore” ho proceduto con cautela, come piace a me: non è nel mio intento passare per quello che fa la morale, esistono persone molto più preparate del sottoscritto che agiscono in merito nel mondo politico, però mi piacerebbe che la gente, nel leggere il mio libro, si fermi a riflettere anche solo per qualche secondo. A me ha sempre preoccupato chi causa guerre, non chi si bacia promettendo amore.

 

In tutto ciò hai delineato con estrema naturalezza il passaggio al digitale, specie nell’ambito musicale (attraverso Man), di come il vecchio e il nuovo mondo abbiano mantenuto in vita alcuni strumenti che ancora oggi usiamo. Ricordi se da ragazzino guardavi alle innovazioni con estrema curiosità o se un po’ temevi di dover rivedere le tue abitudini? 

Beh, dato che acquisto e ascolto ancora musica in CD e vinile, temo tutt’ora di dover rivedere le mie abitudini! (ride, ndr.) Come per le coppie omosessuali, pure per il passaggio al digitale sono andato cauto, ma qui si è trattato di un obbligo impartito semplicemente dal fattore temporale. Napster, primo sito di condivisione di file musicali, è nato a giugno 1999, motivo per cui ad agosto/settembre dello stesso anno, mesi in cui ha inizio il mio romanzo, per noi italiani era ancora presto per venirne a conoscenza: le notizie erano ancora scarse, inoltre non tutti avevamo Internet, quindi la possibilità di scaricare il programma nel 1999 era remota. Personalmente, ricordo che nel 1999 anche il semplice masterizzatore era un prodotto per pochi. Motivo per il quale, in “Assordante come l’amore” si parla di digitale, ma ancora in maniera acerba e confusionaria, delineando idee e opinioni che poi chissà se si sarebbero concretizzate.

 

Nell’opera presenti diversi temi come: la complessità dell’adolescenza e dei primi amori, l’impossibilità dell’amore a causa dei pregiudizi e della violenza specie per le coppie omosessuali, i tradimenti e le prime delusioni, la caparbietà di vivere un sogno e dell’arte che tiene in vita le persone. E di come tutto il superfluo possa apparire tale solo dinanzi ad accadimenti che stravolgono le priorità, un po’ come accade a Man. Cosa puoi dire a riguardo?

Tutti questi temi sono ciò che più mi piace del mio romanzo, perché non si racchiude alla sola musica: c’è anche tanta amicizia, tanto amore, perseveranza, e verso la fine una considerazione non pessimista, ma obiettiva e, in quanto personale, opinabile della realtà. Come detto in precedenza, uno dei temi principali è stata la malattia che ha costretto mia madre su una sedia a rotelle, avvenuta nell’estate del 2019. Quell’accadimento è stata la chiusura di un cerchio che già da tempo ruotava nella mia testa, ovvero la considerazione che siamo solo comparse in questo mondo. Richard Ashcroft, con i The Verve, nella famosissima ‘Bitter Sweet Symphony’ canta che la vita “…è una sinfonia agrodolce… Cercando di sbarcare il lunario, sei schiavo del denaro e poi muori…” Personalmente, concetto migliore non può esserci: viviamo nella totale frenesia, siamo sempre di corsa, e troviamo piacere perlopiù nel Dio denaro, i cui acquisti non vediamo l’ora di sfoggiare via social. La stessa fruizione musicale ci invoglia a passare spesso oltre: tempo fa, si spendevano soldi per un CD, e quello era uno dei motivi per cui si dedicava del tempo all’ascolto. Oggi, con tutto a disposizione, si è invogliati a passare da un estremo all’altro, senza focalizzarsi su niente, ascoltando superficialmente. E questo vale per tutto: quante volte, di fronte ad un armadio stracolmo, non sappiamo cosa indossare? E a proposito di ascoltare, quante volte, io in primis, guardiamo lo schermo dello smartphone mentre qualcuno ci parla? Non esistono più empatia ed altruismo, esiste solo l’arroganza di chi crede che senza di lui/lei il mondo crollerebbe. Quando invece tutto va avanti, con o senza di noi. Quindi, ritengo sia opportuno godersi quell’unica vita che ci è concessa, circondati da chi più ci ama, anche perché un domani ci dovremmo per forza fermare di fronte a tutta questa frenesia, proprio come ha dovuto fare mia madre. E solo allora ci renderemo conto se abbiamo veramente vissuto.

 

Valo è un personaggio ingombrante quanto indispensabile per la storia. Quando hai delineato le sue caratteristiche sia fisionomiche che psicologiche ti sei ispirato a una persona che conosci o che hai conosciuto? 

Dal punto di vista canoro mi è venuto naturale pensare alla frontwoman della band in cui ho suonato per anni e da cui ho preso spunto per raccontare il “BreVe Tour” degli Evi(vie)l, la cui voce ho sempre ritenuto essere notevole. Inoltre, ha introdotto me e gli altri compagni a molte band famose, che ancora non conoscevamo: una di queste erano gli H.I.M., motivo per il quale ho deciso di chiamare il personaggio Valo, proprio come il loro cantante. (Ville Valo, ndr.) Non solo, ma in una delle sue visite ad Approfondisco, l’ho descritta con addosso un cappello invernale di quel gruppo. Per quanto concerne il temperamento, nonché la sua giustifica finale, sono state idee mie: sin dall’inizio volevo qualcuno che rompesse gli schemi, che evitasse al racconto di diventare monotono. E, seppur ogni personaggio abbia comunque il suo carattere (nella band, Gian e Bubi sono i più spensierati, mentre Iba il più pacato e maturo), credo che con Valo non ci si annoi.

 

 

L’illustrazione di copertina è stata realizzata da Elia Zanandreis (che ringrazio a nome di Tempra) e raffigura una donna. Vuoi rivelare di chi si tratta?

Innanzitutto ci tengo a dire che sono molto felice di questo, perché sapere che “Assordante come l’amore” ha come illustrazione un’opera di un amico di lunga data, personalmente è quella ciliegina sulla torta che lo completa. Devo dire che, a differenza del titolo, sull’illustrazione ci ho pensato molto: non volevo un insieme di personaggi, avrebbe reso la copertina confusionaria, poco diretta e convincente agli occhi di un possibile fruitore. Invece, pur nella sua semplicità, credo che questa renda bene l’idea. La ragazza raffigurata è Christy, e più precisamente è Christy al capitolo quarantadue, quando ha da poco scoperto quella che diventerà la colonna sonora della sua storia d’amore con Gian, e dopo averla acquistata da Approfondisco la sta ascoltando in pullman. Sono molto legato a quel capitolo, è il mio preferito. Canzone a parte, che è quella mia e della mia compagna, c’è di tutto: dalla fruizione musicale davanti al televisore, al dover chiedere a parenti o amici il titolo di un brano ascoltato per caso nella speranza che lo riconoscano, all’acquisto in negozio, sino alla potenza che la musica tramite un solo pezzo può sprigionare. È un qualcosa che mi viene difficile dirti qui, ora, ma penso che lo abbiamo provato tutti almeno una volta nella vita, e spero di averlo descritto bene in quel capitolo. Elia è stato molto bravo, secondo me, a dare a Christy un aspetto felice, innamorato e spensierato, inoltre si noti la presenza in basso del suo lettore CD di colore azzurro: l’ho voluto appositamente per “ambientare” meglio il romanzo, e perché credo che il titolo sia ancor meglio rappresentato: in un pullman silenzioso, grazie a una canzone, un lettore CD e un paio di cuffie Christy sta esplodendo di felicità, e in quel lasso di tempo tutto per lei è assordante, proprio come l’amore che sta provando.

 

A quale target di lettori si rivolge prettamente l’opera?

Chiaramente il pubblico perfetto potrebbe essere chi, come il sottoscritto, è stato adolescente negli anni Novanta, dato che molti personaggi al suo interno lo sono. Quindi persone che, ahimè, si stanno avvicinando alla quarantina, o l’hanno raggiunta, (ride, ndr.) in quanto si rispecchierebbero in alcune, o molte, situazioni che accadono all’interno del testo, da mattinate passate a scuola alle prime cotte adolescenziali fino al semplice ascolto di qualche canzone o gruppo da me citati. E perché no, per chi ascolta heavy metal potrebbe risultare intrigante affrontare le difficoltà, qui descritte nel tour degli Evi(vie)l, che accadono nel cercare di portare un avanti un genere che in Italia dovrà sempre sgomitare parecchio per ottenere i giusti spazi e meriti. Tuttavia, come ho già detto, questo romanzo contiene soprattutto musica, amore e amicizia, e chi non le ama?! Quindi, penso che possa essere un’opera per tutti.

 

Qualcosa da aggiungere?

Solo grazie, grazie infinite. A te, Marianna, per quest’opportunità, ed a chiunque leggerà “Assordante come l’amore”. Ancora non riesco a capacitarmi del traguardo raggiunto, spero un giorno di rendermene conto. Tuttavia, se volete un consiglio spassionato, con la quantità di brani e gruppi citati credo di aver involontariamente creato una colonna sonora, motivo per il quale durante la lettura potreste anche ascoltarvi qualcosa, per meglio collocare il tutto: io non ci riesco, perché quando leggo ho bisogno del silenzio più totale, ma magari qualcuno di voi sì.

 

 

Ringrazio Gianfranco per l’intervista.

 

 

Marianna Iannarone 

per Tempra Edizioni

 

 

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